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Trading & Covid-19: a White Swan TOPIC: TRADING

Gli effetti devastanti del coronavirus stanno interessando tutto il mondo e tutti i mercati; se in un primo momento si è pensato ad un contenimento a salvaguardia della salute, ora invece bisogna fare i conti con l’andamento dei mercati finanziari dove le borse e le piattaforme di trading sono state duramente colpite. Quando l’economia viene scossa in maniera così forte sono le borse internazionali che danno l’indicazione di come un mercato finanziario accusi o meno il colpo. Sono differenti gli effetti del coronavirus sulle varie borse mondiali, ma il minimo comune denominatore è stato rappresentato da perdite e miliardi di euro bruciati sui portafogli di molti investitori. In questo momento il peggio sembra ormai passato: le principali borse finanziarie stanno recuperando il terreno dopo i crolli drammatici subiti qualche settimana fa. La stabilizzazione dell’emergenza Covid-19 nel nostro Paese fa tirare il fiato a Borsa Italiana, in lenta ripresa dopo aver ceduto oltre il 16% sino alla prima metà del mese di aprile.

Lo stesso sta avvenendo negli Stati Uniti, dove nonostante una situazione quasi al collasso dal punto di vista sanitario, l’indice Dow Jones torna a salire in seguito al knockout del 23 marzo scorso.

Il quadro rimane però estremamente complesso e incerto.

Per un investitore è essenziale proteggere il capitale durante un momento di crisi così acuta, tuttavia capire su quali asset class puntare non è per nulla semplice. Naturalmente è importante limitare l’esposizione azionaria, vista l’elevata incertezza che ruota intorno alle borse e alle società quotate. Meglio aumentare la quota destinata a investimenti a basso rischio, come beni rifugio, titoli di Stato e obbligazioni a capitale garantito. Per l’orizzonte temporale è opportuno scegliere una durata di medio/lungo termine, come i bond decennali americani – US Treasury Bills - o i Buoni Poliennali del Tesoro italiani - BTP. Abbiamo assistito negli ultimi mesi ad un forte incremento della domanda di BTP con scadenza a 5 anni, trainata sia da un rendimento nominale dell’1.4% - mentre nella fase pre-Covid la media del tasso nominale sui BTP era pari al 0.7% - sia dal “Bonus Fedeltà”, che garantisce un rendimento aggiuntivo dello 0.8% per gli investitori che tengono in portafoglio il BTP con scadenza quinquennale fino a scadenza, corrispondente ad un surplus di rendimento annuale pari allo 0.16%. Da non sottovalutare sono anche gli ETF, le cui performance negli ultimi anni si sono dimostrate migliori rispetto al mercato azionario stesso. Non è un caso che gli investimenti in questi strumenti siano cresciuti in maniera esponenziale, raggiungendo la cifra record di 1,4 trilioni di dollari nel 2019 soltanto negli Stati Uniti. In particolare, sono molto apprezzati dagli investitori privati, i quali prediligono tale opzione di investimento poiché assicura maggiore trasparenza e una protezione più alta del capitale.

Se l’imperativo presente è proteggere il capitale e sopravvivere, riducendo al massimo le perdite, bisogna comunque fare i conti con un futuro davvero incerto. Le altre crisi, da quella petrolifera alla bolla di internet, fino al crollo finanziario del 2008/2009, non sono minimamente paragonabili con la situazione attuale che stiamo attraversando. In questo caso il problema è arrivato dallo stop forzato all’economia, con l’arresto dei consumi e della produzione industriale.

Il crollo finanziario, con la perdita di oltre il 30% del Dow Jones in appena un mese, è il risultato di una condizione drammatica di recessione profonda.

Secondo la maggior parte degli analisti stiamo andando incontro a un ripensamento completo della nostra società, una trasformazione che dopo l’emergenza sanitaria ci porterà a modificare il nostro stile di vita, i modelli economici e le relazioni sociali.

Ai fini di analizzare l’attività di trading in tempi di coronavirus, abbiamo sottoposto alcuni quesiti alle conoscenze professionali di Luca Secondino, trader con esperienza ultradecennale presso la divisione di Trading e Mercati di IW Bank Private Investments (Gruppo UBI).

Come cambia l’operatività di traders ed investitori ai tempi del coronavirus?

“A partire da febbraio, qualche settimana prima dei movimenti più importanti sui mercati finanziari, c’è stato un incremento rilevante dei volumi e dell’operatività di trading e nel corso del primo trimestre abbiamo registrato un raddoppio dei volumi di negoziazione. L’incremento di volatilità sui mercati ha generato da un lato un serie di opportunità per i trader, ma dall’altro ha fatto anche qualche vittima perché i movimenti di mercato non sono stati soltanto straordinariamente ampi ma anche estremamente veloci. Dal punto di vista delle asset class, vi è stato un ritorno ai mercati cash soprattutto da parte degli investitori meno evoluti accompagnato da una riduzione dell’operatività in opzioni.”


Durante i mesi di lockdown qual è stata l’asset class maggiormente tradata?

“È fondamentale tener conto dell’impatto del ban sullo short-selling per la maggior parte dei mercati azionari in Europa, che ha limitato parecchio l’attività ordinaria sulle singole azioni e sugli indici.

Per tale ragione molti traders hanno orientato le loro scelte di investimento verso derivati esteri e prodotti finanziari più complessi, tuttavia anche l’operatività su questi strumenti è stata limitata dall’incremento dell’ampiezza dei margini e questo ha permesso ai traders con maggiore liquidità di operare senza problemi mentre i traders con liquidità limitata sono stati costretti ad orientare le loro verso strumenti con margini ridotti, come i vari mini e micro futures.

Quali sono stati gli effetti del covid sulla performance di IW Bank Private Investment?

“Il divieto di short-selling imposto da CONSOB ha creato un po’ di confusione in quanto ha interessato non solo la vendita allo scoperto di azioni ma anche l’impossibilità di aprire posizioni corte sui derivati, limitando come conseguenza operazioni corte su futures, di short call e long put.

Tuttavia, molte persone sono rimaste a casa per il lockdown e l’attività di trading è aumentata. Inoltre, la volatilità che ha trainato i mercati negli ultimi mesi ha permesso un cospicuo incremento dei volumi di ordini eseguiti: i dati riportano un aumento da 25.000 eseguiti al giorno a 120.000 e questo ha permesso di chiudere il primo trimestre del 2020 con un utile pari a 4,9 milioni, per una variazione positiva netta del 142% rispetto al precedente trimestre.”

fonte:"Trading-Foto-di-Tumisu-da-Pixabay.jpg"

Autore: Guglielmo Strano, Asset Management, Strategy Junior Associate

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