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Topic: BANK

L’attuale pandemia globale causata dal virus COVID-19 ha determinato il blocco totale di quasi tutte le economie mondiali e ha portato inevitabilmente le imprese in una situazione di oggettiva difficoltà.

Le istituzioni mondiali, a tale proposito, stanno lavorando incessantemente per attuare tutte le misure necessarie al loro sostegno, nonché per favorire una ripartenza positiva al termine della crisi sanitaria.

A livello europeo, il 27 Marzo la BCE si è espressa rilasciando una raccomandazione indirizzata a tutte le banche vigilate, nella quale invita le stesse a revocare eventuali distribuzioni di dividendi almeno fino al 1º ottobre 2020, nonché i piani di riacquisto di azioni. Le motivazioni di tale provvedimento risiedono principalmente nel fatto che gli istituti finanziari debbano essere in grado di poter continuare ad erogare credito alle famiglie, alle piccole e medie imprese e alle grandi società colpite duramente dallo shock economico. Per tali motivi, risulta essenziale che gli istituti di credito conservino liquidità e preservino il proprio capitale affinché possano garantire un sostegno adeguato all’economia reale. A tal proposito si è espresso l’attuale presidente del consiglio di sorveglianza della BCE, Andrea Enria, affermando che lo stop all’erogazione dei dividendi “consentirà di mantenere nel sistema un totale di 30 miliardi di euro di capitale addizionale di più alta qualità” migliorando la capacità delle banche “di prestare o assorbire le perdite in una fase in cui ciò è particolarmente necessario”. Queste risorse aggiuntive si stima che potranno garantire prestiti per un ammontare di circa 450 miliardi di euro, una cifra sicuramente rilevante in un periodo nel quale il poter garantire alle imprese un accesso costante al credito è di primaria importanza. In linea con quanto raccomandato dall’organo di vigilanza europeo, UniCredit ha già preso una chiara posizione a riguardo: stop al pagamento dei dividendi (pari 0,63€ per azione per un ammontare complessivo di 1,4 miliardi) e al buy-back da 463 milioni. Ora occorre attendere e vedere come decideranno di muoversi gli altri grandi istituti di credito.

Autore: kevin Stambazzi, Asset Management Junior Associate

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