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T-Mobile e Sprint, il closing oggi sembra meno lontano


Dopo circa due anni di trattative, il tribunale federale si è espresso in favore della fusione tra T-Mobile, con capogruppo Deutsche Telekom e Sprint, con capogruppo SoftBank.

Le due società, rispettivamente il terzo e il quarto player nel mercato americano delle telecomunicazioni, potrebbero finalmente finalizzare il deal da $26,5 miliardi. La fusione a parere delle autorità competenti non risulta infatti anticoncorrenziale. Il timore da parte delle associazioni a tutela del consumatore era rappresentato dalla diminuzione della competizione nel mercato, dal conseguente aumento dei prezzi delle tariffe a carico dei consumatori e dal ridotto sviluppo tecnologico.

Il mercato, però, sembra riflettere il pensiero del tribunale federale la cui reazione appare positiva, come si evince dal balzo dei due titoli in data 11 febbraio 2020.

Ma cosa prevede il deal?

Il deal vedrebbe la creazione di un competitor a livello nazionale in grado di fronteggiare colossi come Verizon e AT&T. Secondo l’accordo, T-Mobile si impegnerebbe a rendere Dish Network, attualmente provider di servizi TV, competitivo come wireless carrier. Quest’ultimo, quindi, diventerebbe una valida alternativa per i consumatori impegnandosi a coprire circa il 70% del territorio statunitense, specialmente le aree rurali, con una rete 5G entro il 2023, mantenendo per i prossimi tre anni le tariffe in vigore. Il perseguimento di questi obbiettivi è facilitato dall’impiego sinergico degli asset di T-Mobile e Sprint. Laddove il deal giungesse a compimento, la società manterrebbe il nome T-Mobile e l’attuale CEO, come già annunciato, nel mese di maggio cederà il suo posto all’attuale COO, Mike Sievert.

Dish ha accettato di acquistare il brand di prepagate ($1,4 miliardi) detenuto da Sprint (Boost) e di intensificare la sua operatività ($3,6 miliardi) come wireless carrier. Si offre, inoltre, a Dish l’accesso per sette anni al network di T-Mobile, periodo nel quale si dedicherà alla creazione della sua offerta per la rete 5G.

Nello specifico, si auspica che la società riesca a servire circa il 97% della popolazione americana entro tre anni e circa il 99% entro sei. Per le zone rurali, la copertura sarebbe pari a 85% entro tre anni e 90% entro sei.

Dunque, non resta che attendere l’approvazione dalla California Public Utilities Commission, per l’ufficializzazione del deal.

Autore: Martina Vastola, M&A Senior Associate

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