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SFDR, la nuova sfida ESG TOPIC: FINANZA SOSTENIBILE

Autore: Eleonora Morelli, Junior Rebalacing Associate


Gli investimenti sostenibili rappresentano la nuova tendenza osservabile sui mercati, ma prima di marzo 2021, non vi era un regolamento unico volto a disciplinare il mondo degli investimenti ESG. L’Action Plan for Financing Sustainable Growth della Commissione europea ha introdotto la regolamentazione sull’informativa di sostenibilità dei servizi finanziari SFDR (Sustainable Finance Disclosure Regulation).

Il nuovo regolamento impone specifici requisiti di disclosure sia a livello di strumenti finanziari offerti sia a livello di imprese offerenti.

Il nuovo regolamento è stato adottato nel marzo 2021 ma sarà implementato, con parametri qualitativi e quantitativi, entro il 2023. Il regolamento SFDR si applica in tutta l’Unione Europea, ad eccezione del Regno Unito che implementerà una propria regolamentazione.


I soggetti interessati dai nuovi obblighi di disclosure dovranno fornire nei propri siti web ed eventualmente in report annuali o periodici, informazioni relative alle politiche adottate per integrare i rischi di sostenibilità nei processi decisionali di investimento. Nell’eventualità in cui questi rischi non vengano presi in considerazione è necessario spiegare il perché di questa scelta in base al meccanismo chiamato “comply or explain”.

L’articolo 5 stabilisce invece l’obbligo di disclosure delle remuneration policy e tutte le informazioni correlate all’integrazione di rischi di sostenibilità in queste ultime.


La parte centrale del nuovo regolamento riguarda i prodotti e gli strumenti finanziari.

Sono state individuate tre differenti classe, verde chiaro (articolo 8), verde scuro (articolo 9) e articolo 6.

All’interno dell’articolo 8 sono presenti tutti quei prodotti che “promuovono caratteristiche ambientali o sociali, o una combinazione di tale caratteristiche”.

È stato stimato che la maggior parte dei prodotti rientrerà in questa categoria poiché i prodotti appartenenti all’articolo 9 hanno caratteristiche molto stringenti come la promozione di paesi in via di sviluppo o la riduzione delle emissioni di carbonio.

Tutti i prodotti che non rientrano nelle prime due classi rientrano nell’articolo 6 e deve essere indicato nel contratto a quale categoria i prodotti rientrano.


Alla base di questa regolamentazione c’è la necessità di arginare il fenomeno del greenwashing ovvero la classificazione di strumenti come ESG per una mera questione di marketing.

L’SFDR rappresenta la prima pietra di una regolamentazione decisiva per superare la “giungla” di rating differenti che porta, come unica conseguenza, la confusione dell’investitore.


Fonte immagine: Azienda Banca

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