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Ops Ubi Banca, continua la corsa ad ostacoli di Intesa

Brutte notizie per Carlo Messina.

Dopo il via libera da parte della BCE e della Banca d’Italia, l’offerta di scambio nei confronti di UbiBanca ha subito ulteriori rallentamenti.

Intesasanpaolo era in attesa dei responsi di Consob, Ivass ed Antitrust, ma proprio quest’ultima, l’8 giugno si è espressa negativamente, ritenendo l’operazione non autorizzabile poiché idonea a «produrre la costituzione e/o il rafforzamento della posizione dominante» di Intesa «in numerosi mercati» senza che l’accordo per la cessione di un ramo d’azienda a Bper «possa essere preso in considerazione, quale intervento volto a risolvere le criticità concorrenziali».

Inoltre sull’offerta pende anche un ricorso al Tribunale di Milano. Ubi ha avviato un’azione legale per verificare se l’ Ops è ancora efficace, centrando l’attenzione sulla cosiddetta clausola MAC, material adversal change (assenza di eventi sfavorevoli), che consentono all’acquirente di recedere all’occorrenza di determinati eventi imprevedibili. Intesa Sanpaolo avrebbe dovuto rinunciare subito a questa clausola, soprattutto dopo gli eventi della pandemia Covid-19, che ha sicuramente cambiato i piani con cui l’operazione era stata avviata.

Il crollo sul mercato scatenato dalla pandemia ha resolo il premio quasi nullo (circa l’1%), rispetto ai valori di febbraio, che oscillavano tra il 28% e il 39% a seconda che si considerasse il prezzo del 14 febbraio o la media ponderata dei prezzi degli ultimi 6 mesi.

Gli attuali azionisti Ubi hanno quindi subito un durissimo colpo, in quanto attualmente l’offerta valorizza Ubi di “soli” 3,54 miliardi, di poco più alta della attuale capitalizzazione di mercato, rispetto ai 4,9 miliardi di partenza, cifra che già era ritenuta molto bassa.

Intesa rimane comunque fiduciosa e decisa a non cambiare le carte in tavola: offrirà comunque 17 azioni ordinarie per ogni 10 azioni di Ubi Banca.

Il presidente di BancaIMI, Gaetano Miccichè, ha anche detto di garantire la massima collaborazione con l’Antitrust e sono da subito iniziate le trattative con Bper. L’obiettivo è quello di inserire nell’accordo la cessione di altre 100 filiali da parte di Intesa a Bper, oltre alle 400-500 già stabilite, questo per evitare una eccessiva concentrazione in alcune realtà locali, in particolare Marche, Abruzzo, Molise e Calabria.

La definizione dell’Ops dovrebbe quindi slittare fino a settembre, in attesa dei controlli e dei responsi delle autorità di vigilanza.


Fonti: startmag.it – yahoo finanza – teleborsa.it – Il Corriere della Sera

Fonte immagine: soldionline.it


Autore: Emanuele Genzano, M&A Senior Associate

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