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NPL nei bilanci bancari: analisi e prospettive future TOPIC: bank
La pubblicazione del settimo “esercizio di trasparenza”, condotto sui bilanci di 127 banche europee, da parte dell’EBA (European Banking Authority) l’8 giugno scorso ha evidenziato che alla chiusura del 2019 gli istituti finanziari sotto esame presentavano situazioni patrimoniali solide nonché ottima qualità creditizia; esso ha inoltre rilevato miglioramenti delle banche italiane in termini di qualità dell’attivo e livello di accantonamenti per la copertura degli NPL (Non Performing Loans).
Dall’analisi si evince che il rapporto di copertura dei crediti deteriorati per gli istituti italiani, in media, è pari al 53,8%, nettamente superiore rispetto alla media europea che registra un dato pari al 44,7%. Inferiori anche i livelli delle banche francesi (50,7%), di quelle spagnole (42,9%) e di quelle tedesche (42,9%).
Inoltre, è possibile notare come UniCredit è al settimo posto in classifica tra le prime 20 banche europee, per livello di copertura, Banca popolare di Sondrio al tredicesimo, Cassa Centrale Banca al diciannovesimo ed IntesaSanPaolo al ventesimo.
Tuttavia, i dati sulla solidità patrimoniale calcolati in base al Cet1 fully loaded non sono così rosei come quelli relativi al coverage ratio. Infatti, la media italiana era pari al 13,2% mentre la media europea si attesta al 14,8%. Nonostante un risultato inferiore rispetto agli altri paesi europei, il dato italiano è comunque superiore al minimo regolamentare.
I precedenti risultati positivi raggiunti a fine 2019 non tengono però conto degli effetti devastanti ed incerti che l’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19 avrà sui bilanci delle banche europee.
Andrea Enria, presidente del consiglio di vigilanza della BCE, sostiene che i risultati ottenuti, dopo 10 anni di miglioramenti, permetteranno agli istituti bancari di affrontare una crisi paragonabile a quella di fine decennio scorso.
Nel primo trimestre le banche hanno già iniziato a svalutare i loro attivi per scontare gli effetti del virus. Questi primi accantonamenti sono un piccolo anticipo di quelli che probabilmente si effettueranno già dal secondo trimestre, quando si potranno fare stime più accurate grazie alla pubblicazione di dati macroeconomici da parte della BCE e di altre istituzioni. Tuttavia, accantonamenti eccessivi, “dovuti alla scarsa affidabilità delle stime in periodi di forti incertezza”, rispetto alla reale entità dell’emergenza potrebbero causare problemi riguardanti la possibilità di accesso al credito a famiglie ed imprese.
Fonte: https://www.finanzaoperativa.com
Autore: Kevin Stambazzi, Asset Management, Rebalancing Junior Associate