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MONETE DIGITALI E CRIPTOVALUTE
Autore: Simone Nosotti, Content creator.
Da diversi anni nelle maggiori banche centrali al mondo è al vaglio l’ipotesi di “coniare” una moneta completamente digitale. L’idea dei banchieri centrali è quella di arrivare ad una emissione già in atto da tempo, interamente in moneta digitale che possa aprire ad una nuova era di politiche monetarie, sul modello #helicopter money. La banca centrale potrebbe detenere i depositi di ogni cittadino dell’Eurosistema e applicare, in base alla congiuntura economica, un tasso negativo o positivo sul deposito. Questa operazione, se applicata sull’intero deposito bancario del cittadino, eliminerebbe di fatto l’intermediazione bancaria. Le banche ordinarie secondo alcuni osservatori diverrebbero dei secondi intermediari: riceverebbero i depositi al fine di alimentare il credito direttamente dalla banca centrale.
La moneta digitale non sarà una criptovaluta, il sistema #blockchain quindi decentralizzato, rimane di difficile implementazione in un sistema attuale di pagamenti centralizzato e efficiente. La Banca d’Italia in un’indagine recente ha evidenziato la grande differenza in termini di impronta ambientale che il sistema TIPS (TARGET Instant Payment Settlement) ha rispetto #Bitcoin. Per il primo si parla di 0.00429 g di CO2 per transazione contro 268000 g di CO2 di #Bitcoin (nel 2018). Al netto delle considerazioni in merito alle emissioni di gas serra, che potrebbero essere risolte adottando energie rinnovabili, rimane l’enorme dispendio di energia per validare le transazioni. Questo consistente impiego di energia è dovuto all’utilizzo del protocollo Proof of Work (PoW) il quale garantisce che il sistema sia sicuro e decentralizzato. Brevemente, la capacità computazione per aggirare il sistema di convalida delle transazioni è quasi impossibile che sia detenuta da un unico soggetto. É soprattutto per questo motivo che diversi emittenti di monete digitali come #Ethereum si stanno spostando verso un sistema Proof of Stake (PoS), sicuramente già più sostenibile del precedente. Tra le controindicazioni però ci sarebbe un, seppur parziale, accentramento dei validatori che verrebbero scelti in funzione dello stake, ovvero della percentuale di moneta detenuta dal soggetto (sul totale in circolazione). Alcune stime riportano che se Bitcoin adottasse un sistema di PoS, si potrebbero ridurre le sue emissioni del 99,5%.
Pur rimanendo tecnologie interessanti per possibili applicazioni future il sistema di pagamenti in adozione rimane il più efficiente sotto diversi punti di vista, grazie, in ultima istanza, alla presenza delle banche centrali che agiscono da trusted third party, la sicurezza e la fiducia della moneta vengono certificate da esse e dall’intero sistema bancario, ad un costo energetico molto più ridotto.
Fonti: The carbon footprint of the Target Instant Payment Settlement (TIPS) system: a comparative analysis with Bitcoin and other infrastructures by Pietro Tiberi, Banca d’Italia.