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M&A IN ITALIA: gli effetti della pandemia nel 2020 ed il primo 2021
Autore: Yuri Milito, M&A Senior Associate
Nel 2020, per il mercato M&A italiano, si è registrato un totale investito pari a € 39 Mrd, in crescita del +6% rispetto ai € 36,8 Mrd dell’anno precedente. Il dato risulta però gonfiato da importanti operazioni, soprattutto nel settore finanziario. L’impatto dell’epidemia generata dal Sar-Cov 2 si individua escludendo i megadeal, senza questi si osserva un crollo del -24%, dai 23,3 Mrd, nel 2019, si cala ai €17,6 Mrd del 2020.
La riduzione interessa anche il numero di deal, dai 644 deal del 2019 si passa a 519 deal nel 2020 (-19,4%). Significativi sono i dati della prima metà del 2020 dove, a seguito del lockdown, si sono osservati i valori più bassi degli ultimi 10 anni (219 deal, €16,6 Mrd). La ripresa si è avuta nel secondo semestre, con l’allentarsi delle misure di sicurezza il mercato si è ripreso, passando a livelli più in linea con gli anni precedenti (300 deal, € 22,4 Mrd).
Il Private Equity si conferma un attore fondamentale per l’M&A in Italia con circa il 35% delle transazioni avvenute nell’anno. Durante l’anno i fondi di Private Equity e i fondi infrastrutturali, soprattutto esteri, hanno concluso circa 117 operazioni di buy-out su target italiane per un valore di € 10 Mrd. Nonostante l’impatto del Covid-19, il valore si conferma in linea con la media del periodo 2015-2019.
La crisi ha interessato tutti i settori, tra questi i più colpiti dalle restrizioni anti-Covid risultano essere settori chiave per l’economia italiana come: beni di consumo non alimentari, prodotti e macchinari industriali. Il settore Financial Services è indubbiamente quello che ha retto meglio la pandemia, realizzando un terzo dei deal del 2020. Seguono il settore Consumer, con il 15,2% dei deal, ed il comparto Telecom, con una quota del 8,6%.
Bisogna però sottolineare che le operazioni più cospicue, oltre il miliardo di euro, si sono osservate proprio in questi settori, trainandoli. Per le telecomunicazioni, l’acquisizione delle torri telecom di CK Hutchinson da parte dell’operatore spagnolo Cellnex Telecom per € 3,3 miliardi; nel settore dei servizi finanziari, la fusione di UBI Banca e Intesa SanPaolo per € 5,5 Mrd; nel settore Retail, la cessione del 30% di Esselunga (€ 1,83 Mrd) da parte dei figli di Caprotti alla sorella Marina e alla madre Giuliana, azioniste di maggioranza.
Per il 2021 si assiste a spinte contrapposte, al crescente accantonamento di liquidità si contrappone il crollo dei consumi e la scarsa fiducia dovuti alla pandemia. Creare le condizioni per rimettere in circolo tale liquidità è essenziale per la ripresa di consumi e investimenti. Attualmente il mercato sta mostrando segni di ripresa, la maggior parte dei settori colpiti negativamente dalla pandemia iniziano a vedere un lento ma costante miglioramento. Resta però da vedere se l’altalena dei contagi non imporrà l’adozione di ulteriori misure di sicurezza che andrebbero ad inficiare ulteriormente il consumo aggregato e la fiducia degli investitori.
Gran parte dei deal del 2020 hanno avuto natura predatoria, interessando imprese target in stato di crisi, se il trend dovesse continuare si potrebbe assistere ad un 2021 caratterizzato da un ulteriore aumento delle concentrazioni.
Fonti: EY, HSF, fortuneita, ilsole24ore