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La strategia: Value Averaging TOPIC:STRATEGY
Autore: Andrea Alippi, Asset Management, Strategy Junior Associate
Una variante della strategia Dollar Cost Averaging (DCA) è il Value Averaging (VA), ideata negli anni ’80 da un docente di Harvard, Michael Edleson. La differenza sostanziale tra le due strategie è che nella VA i versamenti sono variabili e dipendono dal prezzo dell’attività nella quale si investe. La somma di denaro sarà infatti maggiore quando il mercato scende e minore quando il mercato sale. Inoltre, il VA potrebbe prevedere il paradosso non soltanto di non dover investire in un dato mese ma addirittura di dover vendere in alcune fasi di mercato. Esistono infatti due varianti del Value Averaging:
· Value Averaging No Sell, in cui questa azione non è prevista
· Value Averaging Sell, in cui si prevede di vendere e realizzare plusvalenze
È importante in questo caso porre un esempio per comprendere al meglio (seconda immagine).
In caso di Cost Averaging si ha un investimento mensile costante di 400$, nel periodo 1 si acquistano 40 quote a 10$ l’una, nel secondo periodo 50 quote a 8$, nel terzo periodo 80 quote a 5$ e così via. L’investimento complessivo è di 2000$, le quote totali saranno 260, acquistate ad un prezzo medio di carico (PMC) di 7,69$ (2000/260) e il valore del portafoglio sarà 2600$, con un guadagno di 600$.
Il Value Averaging non presuppone un importo fisso di capitale pari a 400$, bensì un obiettivo fisso ad ogni periodo. Il valore di investimento richiesto dovrà aumentare di 400$ per ogni periodo.
· Nel periodo 1 vengono versati 400$ per acquistare 40 quote al prezzo di 10$.
· Nel periodo 2 il prezzo scende a 8$, il valore richiesto dal VA è di 800$ (400$ del primo periodo e 400$ del secondo). Sorge però un problema: dato che il prezzo è calato, il valore delle quote acquistate nel primo periodo si è ridotto. Le 40 quote acquistate a 10$, ora valgono 320$ (40*8$). Il valore richiesto in questo periodo era di 800$, quindi si dovrà sottrarre 320 a 800 e versare la differenza (800-320= 480). Così facendo si sfrutterà il calo di mercato e verranno acquistate più quote rispetto a quelle acquistate nel caso precedente (100 quote nel VA contro le 90 del DCA).
· Nel periodo 3, il prezzo scende ancora a 5$. il valore richiesto dal Value Averaging è di 1200$, solo che le quote acquistate in precedenza ora valgono 500$ (100 quote*5$). Quindi per arrivare a 1200$ è necessario versare una rata di 700$ (1200-500=700) acquistando 140 quote (700/5$).
· Nel periodo 4 il prezzo dell’asset sale a 8. Il versamento necessario è di 1600$, ma il valore del portafoglio è 1920 (240*8$). Bisognerà vendere qualche quota, per la precisione 40 quote (1600-1920= -320; 320/8$=40).
· Nel periodo 5 il prezzo sale ancora a 10$, il valore richiesto dal VA è di 2000$, ma la posizione vale già 2000$ (2000*10$) e quindi questo mese non si farà alcun movimento.
In conclusione, con il VA le quote sono 200 che, contabilizzate a 10$ l’una, danno un controvalore di portafoglio (PTF) di 2000$. Il PMC è di 6,30$, inferiore a quello del DCA. Inoltre, sono stati investiti 1580$ di cui 320$ venduti, quindi in totale 1260$. Il guadagno finale sarebbe quindi 740$ (2000-1260) maggiore rispetto ai 600$ ottenuti con il DCA.
Questa strategia è ben più performante della precedente e ha come obiettivo finale quello di acquistare più quote ad un costo medio inferiore. Il vantaggio principale è che permette all’investitore di ottenere dei prezzi medi di carico (PMC), cioè il valore di mercato di una posizione finanziaria, inferiori rispetto a quelli definiti dalla DCA in qualsiasi situazione di mercato (che sia rialzista, ribassista o laterale). Di conseguenza il rendimento complessivo sarà più alto di quello ottenuto con la DCA. Tuttavia, il Value Averaging è poco diffuso tra gli investitori. I motivi sono principalmente legati agli svantaggi. Questa strategia non è automatizzabile (se non con strumenti molto costosi), presuppone capitali maggiori e richiede da una parte asset volatili e dall’altra un orizzonte temporale di lungo periodo.
Quali sono le considerazioni finali? Quale delle due strategie di investimento è la migliore?
Lo scopo di queste tecniche è ridurre il rischio dell’investimento e di tranquillizzare, dal punto di vista psicologico, gli investitori. Come già detto più volte, il VA è più efficiente rispetto ai classici PAC, ma è poco conosciuto e presenta molti svantaggi. È adatta quindi ad investitori esperti, con un alto livello di educazione finanziaria e con molto tempo a disposizione.

Fonti immagini: Filippoangeloni.com.
Liveplan.com