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La curva dei tassi USA è prossima all’inversione?

Autore: Giacomo Cagnano, content creator.


Sui mercati finanziari esiste un potente #indicatore che è riuscito a prevedere con una buona dose di precisione le ultime sei recessioni USA. Stiamo parlando del #differenziale tra i #tassi a 2 e 10 anni degli Stati Uniti. Solitamente, quando questa #curva raggiunge il livello dello “0” e procede verso valori negativi (ovvero i tassi a due anni hanno rendimenti più alti rispetto a quelli a dieci anni), si è quasi sempre verificata una #recessione. Come mostrato nell’immagine, tutte le volte che la il grafico è sceso a livelli #negativi, nel giro di 12-18 mesi si è quasi sempre verificata una recessione. Il differenziale tra i tassi a marzo 2021 era di 158 punti base mentre ad oggi abbiamo toccato quota 63. Siamo ancora ben lontani dal “punto 0”. Ad ogni modo, una curva che si fa sempre più #inclinata non è di certo un buon segnale, evidenziando il fatto che il mercato vede sempre più plausibile un #rallentamento economico. Nemmeno i fenomeni #macroeconomici sembrano trasmettere tranquillità: Un aspetto preoccupante al momento è l’#inflazione, balzata al 7% in USA e al livello record del 5,1% nell’Eurozona, e sarà fondamentale tenere sotto controllo i dati pubblicati dalle banche centrali, a partire da quella statunitense che nella giornata di domani renderà pubblici i dati relativi al caro della vita nel mese di Gennaio 2022. Oppure basti pensare al prossimo cambio della politica #monetaria messa in atto dalle stesse Banche Centrali. Con la #FED che ha già annunciato almeno tre rialzi dei tassi e una BCE che non sembra più dell’idea di rimanere super accomodante per tutto il 2022 c’è la possibilità di vedere un rallentamento dell’economia reale venendo catapultati in uno scenario di #stagflazione. Ad aggravare la situazione ci sono altri fenomeni geopolitici altrettanto complicati da risolvere quali la situazione #Russia-#Ucraina e il rincaro dell’energia. Nonostante tutto, però, le stime degli economisti rimangono ottimiste per il 2022: #JPMorgan in un report di fine anno prevedeva un PIL globale nel 2022 in un aumento del 4,3%, quello USA in aumento del 3,8% e quello dell’Eurozona in aumento del 4,5%. Non resta altro che monitorare la situazione in ambito tassi ed altri aspetti macroeconomici. Come andrà a finire è difficile da prevedere, ma seguire attentamente l’andamento del “Nostradamus” della #finanza può certamente tornare utile. In foto: Differenziale tra tassi decennali e biennali USA. In rosso sono invece evidenziate le recessioni dell’economia Statunitense.


Fonti: Bloomberg, IlSole24Ore

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