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INFLAZIONE: SCENARIO PRESENTE E FUTURO
Autore: Simone Nosotti, Content Creator.
L’anno appena conclusosi ha forse sancito lo stabilirsi di un nuovo assetto macroeconomico e monetario che modificherà, e sta già modificando, le scelte di politica monetaria delle banche centrali. La recente crescita dell’inflazione è stata causata da due fattori congiunturali e inediti. In Italia l’ISTAT ha riportato che circa il 24,9% dell’aumento inflattivo registrato in Italia nell’ottobre 2021 (3% su base annua) è da ricondurre all’aumento dei prezzi energetici. Il principale fornitore di gas europeo: Gazprom, ha per motivi geopolitici, limitato l’offerta in favore dei paesi europei. Inoltre, la ripresa delle industrie cinesi ha calamitato parte di questa disponibilità. Generando così un rincaro dei prezzi energetici.
In secondo luogo, gli equilibri del commercio mondiale faticano a ritrovare i livelli precrisi. L’offerta decimata dalle chiusure in piena pandemia, fatica a soddisfare una domanda che si è ripresa vigorosamente da tempo. In questo grafico (figura 1) vediamo chiaramente come il fattore che limita maggiormente il settore manufatturiero europeo è la mancanza di materie prime e di equipaggiamento, insieme alla manca mancanza di forza lavoro. Questo ammanco di materie prime è da ricercarsi nelle difficoltà che il commercio globale sta affrontando nel sostenere la domanda. Il numero di navi cargo in attesa di entrare nei porti è diventato il barometro che certifica lo stato di congestione del commercio internazionale (differenze tra figura 2 e figura 3). Soprattutto nei paesi occidentali, la mancanza di personale in porto, non consente un deflusso costante delle merci traportate dalle navi. Questo disequilibrio sta conducendo ad un innalzamento dei costi di trasporto senza precedenti, ad oggi ad esempio per trasportare un container di merci cosiddetto 40 foot (12,2 lungo, 2,23 largo e 2,62 alto,in metri) dalla Cina alla West Coast (USA) occorrono circa 15000$, dieci volte tanto, rispetto a livelli pre-pandemia.
Se questi due fattori sembrano essere transitori, nel dibattito interno alle banche centrali desta sempre più preoccupazione il tema #Green New Deal in rapporto all’inflazione. Isabel Shnabel, responsabile esecutiva delle operazioni di mercato presso la #BCE, sostiene che se non opportunamente controllata, la conversione ecologica potrebbe innescare un incremento salari-inflazione simile a quello osservato negli anni 70’. La grande contraddizione che si sta osservando è che la produzione di commodities essenziali per innescare questa transizione come litio, rame e alluminio sono disincentivate dagli stessi policymakers perché hanno un’impronta ambientale molto negativa. La grande questione è e sarà: se gli sviluppi tecnologici e le direzioni normative saranno in grado di non alimentare una pressione sui prezzi, tale da generare l’oramai fenomeno noto come: la #greenflation.

Figura 1

Figura 2

Figura 3
Fonti:
articolo:
- Financial Times
- www.linkiesta.it
immagini:
- Financial Times