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Idrogeno, la nuova strada verso il green new deal TOPIC: ENERGY
Autore: Eleonora Morelli, Asset Management, Rebalancing Junior Associate
L’idea che si sta sviluppando negli ultimi tempi è che l’idrogeno possa aiutare a ridurre velocemente le emissioni di anidride carbonica soprattutto in settori strategici come trasporto pubblico (via terra e via mare) e riscaldamento.
È improprio definire l’idrogeno come fonte di energia poiché è corretto utilizzare il termine “vettore” o “accumulatore”, dato che la sua estrazione comporta un consumo di energia.
Dal #2023 partirà in Lombardia la sperimentazione di treni ad idrogeno grazie ad un accordo tra Alstom e Ferrovie Nord Milano, per un ammontare totale di 160 milioni di euro.
L’idrogeno rappresenta una grande opportunità per il sistema ferroviario italiano dato che circa il 28% della rete non è elettrificata e non potrà esserlo dato alcune caratteristiche paesaggistiche.
Come si sta muovendo il mercato?
Dopo un contenuto interesse, negli ultimi mesi, il mercato è tornato ad apprezzare le società legate alla produzione, distribuzione e ricerca dell’idrogeno.
Secondo un recente studio, Barclays Capital stima che il mercato possa raggiungere un valore complessivo di 1 trilione di dollari entro il 2050. Poiché questo settore possa conoscere la sua espansione, servono ingenti investimenti e politiche pubbliche ad hoc che vengono stimati per circa 500 miliardi di dollari per i prossimi 30 anni.
La Commissione Europea ha definito, nel quadro della sua politica energetica e climatica, una Roadmap per un’economia dell’idrogeno, in tre fasi, con l’obiettivo di incrementarne l’utilizzo fino al 13-14% nel mix delle fonti utilizzate.
Non esistono ETF monotematici sull’idrogeno. Per investire in questo settore occorre selezionare direttamente azioni singole o ETF sulle energie rinnovabili che trattano anche di idrogeno.
La gestione di investimenti riguardanti l’idrogeno non è facile poiché si tratta di titoli altamente volatili e speculativi che richiedono molte capacità di gestione.
Recentemente Vontobel ha quotato sul SeDex, di Borsa Italiana, il Tracker Certificate Idrogeno. Si tratta di un prodotto che replica un paniere di 15 titoli che operano nel settore dell’idrogeno, quotati su mercati regolamentati, con una capitalizzazione non inferiore a 750 milioni di dollari e un volume di scambi pari ad almeno un milione di dollari negli ultimi mesi. Il prodotto è dotato di un meccanismo di ribilanciamento su base semestrale, per fronteggiare eventuali movimenti del mercato.
Dalla sua emissione in aprile, fino ad agosto, ha registrato una performance di circa il 50%.
Esistono poi dei titoli azionari di imprese che sviluppano tecnologie legate all’idrogeno su cui è possibile investire. Vi sono diversi settori in cui è possibile allocare le proprie risorse come automotive, produttori di celle per l’immagazzinamento e sviluppatori di nuove tecnologie.
Tra i titoli che hanno registrato una buona performance vi sono:
- Ballard Power: si tratta di una società canadese che sviluppa, costruisce e vende celle per l’immagazzinamento dell’idrogeno versatile per molte applicazioni. Il valore dell’azione, da gennaio, è quasi triplicato arrivando a 29,78 per share. Tra gli analisti, gode di ampio consenso.
- Plug Power: società quotata sul Nasdaq che si occupa di celle per l’idrogeno. Dall’inizio di gennaio 2020 il titolo ha registrato una crescita da 3,23$ a 34,25$ per share. Per il futuro la strategia sarà quella di ridurre i costi di produzione, al fine di ampliare il margine dei ricavi, e ampliare i servizi post vendita.
Il settore dell’idrogeno ha un grosso potenziale di crescita nei prossimi anni, ma tutto sarà legato alla creazione di nuove tecnologie a supporto di questo accumulatore. Indubbiamente, è un settore da monitorare nel tempo poiché potrebbe diventare protagonista nei prossimi anni.
Fonte immagine: Teleambiente