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High frequency trading: evoluzione e operatività TOPIC: TRADING

Per molti decenni le Borse Valori sono state organizzate come sedi fisiche, presso cui i partecipanti al mercato si riunivano con lo scopo di eseguire le proprie operazioni finanziarie. Tradizionalmente, il “floor-based trading” era gestito e regolato dalla presenza di intermediari di mercato che designavano il processo di scambio tra i numerosi partecipanti al mercato. Tuttavia, nel corso dell’ultimo ventennio, la compravendita di strumenti finanziari è stata radicalmente mutata dall’introduzione all’interno del sistema finanziario dei sistemi elettronici, i quali permettono l’automazione del processo di trading. Al giorno d’oggi, dunque, il panorama finanziario è caratterizzato da una crescente frammentazione di trading venues, da una competitività in constante aumento da parte degli investitori e da una quota di mercato caratterizzata dalla presenza di sistemi automatici di trading, tra i quali l’Algorithmic Trading e l’High Frequency Trading.

Il Trading Algoritmico ha modificato la tradizionale relazione esistente tra investitore e intermediario di mercato: software algoritmici, in grado di generare automaticamente ordini per il trading individuale senza alcun bisogno dell’intervento umano, iniziarono ed essere utilizzati(…..). L’utilizzo di tali software algoritmici ha permesso alle imprese specializzate nell’acquisto di titoli un maggiore controllo riguardo alle decisioni di trading ed ha ridotto sia l’ammontare dei costi di trading che l’investitore individuale doveva sopportare che il costo del capitale umano per la generazione delle decisioni di trading. Per tali ragioni, l’Algorithmic Trading, ha conquistato negli ultimi anni una crescente quota all’interno del mercato finanziario.

L’High Frequency Trading (HFT) è un recente fenomeno che si costituisce come sottocategoria del Trading Algoritmico, poiché entrambi utilizzano algoritmi durante il processo di trading. Tuttavia, vi sono delle caratteristiche che differenziano in modo significativo l’uno dall’altro. Il legislatore europeo, con la direttiva 2014/65, denominata MIFID II, all’articolo 4, ha voluto precisare che per l’HFT si intende:” qualsiasi tecnica di negoziazione algoritmica caratterizzata da: a) infrastrutture volte a ridurre al minimo le latenze di rete e di altro genere, compresa almeno una delle strutture per l’inserimento algoritmico dell’ordine, ovvero: co-ubicazione, hosting di prossimità o accesso elettronico diretto a velocità elevata; b) determinazione da parte del sistema dell’inizializzazione, generazione, trasmissione o esecuzione dell’ordine senza intervento umano per il singolo ordine o negoziazione; infine, c) elevato traffico infragiornaliero di messaggi consistenti in ordini, quotazioni o cancellazioni.

Tale definizione del legislatore europeo, mette in rilievo l’assunzione che l’HFT sia una sottospecie del Trading Algoritmico e, conseguentemente, lo step successivo è quello di identificare cinque peculiari caratteristiche che spesso, ma non sempre, sono attribuite all’ HFT:

1. Utilizzo di software sofisticati ad altissima velocità per l’inizializzazione, trasmissione o esecuzione di ordini;

2. Utilizzo di servizi di co-locazione e flusso di dati individuali offerto dalle sedi di negoziazione per ridurre la latenza;

3. Creazione e liquidazione di posizioni a brevissimo termine

4. Sottoscrizione di numerosi ordini, cancellati poco dopo la sottoscrizione

5. Conclusione della giornata di trading in una posizione flat, ossia senza detenere posizioni aperte overnight.

I sistemi HFT si sono largamente diffusi nell’ambito del mercato azionario, ma sono applicati in linea di massima anche su altre asset class, come obbligazioni, commodities e derivati.

E’ da evidenziare che durata delle operazioni messe in atto nel corso di strategie di HFT può essere infinitesimamente breve: lo scopo di questi algoritmi è lucrare su margini decisamente esigui ma per un numero elevatissimo di operazioni. Solo con tale approccio, dunque, i sistemi di HFT possono essere remunerativi.

Pertanto, tramite i sistemi di HFT, un cospicuo volume di ordini arriva al mercato, tipicamente in formato “instantaneous execution or deleted order”, ma solo una minima percentuale di tali ordini viene effettivamente eseguita. L’algoritmo, una volta eseguito l’ordine, permane in posizione per una brevissima finestra temporale, che talvolta consiste anche in qualche milionesimo di secondo. A fine giornata, tutte le posizioni sono sempre chiuse.

Numerose sono le tecniche utilizzate dai sistemi algoritmici di High Frequency Trading. Tra esse, le principali strategie utilizzate da investitori individuali e istituzionali sono:

- L’arbitraggio deterministico (o arbitraggio “puro”) che sfrutta le discrepanze di prezzo di un titolo quotato su market venues differenti, anche tramite l’analisi del diverso grado di liquidità dei mercati in questione.

- L’arbitraggio dinamico (o arbitraggio “statistico”), mediante il quale vengono studiate le relazioni di correlazione (per il breve termine) e/o co-integrazione (per il medio-lungo periodo) sussistenti tra due diversi strumenti finanziari per determinare l’esistenza di uno spread di equilibrio tra due asset e di mean-reverting behaviour, ovvero stazionarietà, del medesimo spread.

- Le tecniche di “order flow detection”, ossia l’identificazione e sfruttamento blocchi di ordini il cui volume è determinante per il market-impact sul prezzo di uno strumento sul mercato, che viene dunque sopravvalutato o sottovalutato prima di ripristinare il suo fair value.

- Le tecniche di “smocking”, che prevedono di allettare gli altri partecipanti al mercato con proposte di acquisto o vendita poi modificate a prezzi più favorevoli.

- Le tecniche di “spoofing”, consistenti nell’immissione e la cancellazione di ordini pe indurre gli operatori a pensare che sia iniziato un nuovo trend e poi lucrare su tale illusione del mercato.

- Le tecniche di “layering”, che prevedono l’inserimento di un ordine di acquisto (o di vendita) nascosto, solitamente in “Dark Pools”, e contemporaneamente uno di vendita (o di acquisto) visibile sui mercati regolamentati o OTC.

- Le tecniche di “pinging”, ossia l’immissione di piccole proposte di acquisto o di vendita sul mercato per scoprire e reagire ai comportamenti del mercato.

È fondamentale considerare i vantaggi e le carenze dei sistemi di HFT. Per quanto concerne gli aspetti positivi, le tecniche di HFT permettono di ridurre il bid-ask spread, ossia lo spread esistente tra le migliori proposte di acquisto e le migliori proposte di vendita. In secondo luogo, consentono di aumentare la liquidità di un certo strumento finanziario, e di conseguenza anche del mercato in cui tale strumento è negoziato, migliorando il cosiddetto “price discovery process”, ovvero la determinazione del “fair” (o “fundamental”) value di uno strumento finanziario, il quale dipende esclusivamente dalle informazioni inerenti lo stesso o la società emittente, ossia il valore “puro” di un prodotto finanziario, che non accusa le distorsioni derivanti dal disequilibrio sul mercato tra domanda ed offerta di un certo asset.

D’altro canto, le tecniche di HFT sono soggette alcune problematiche. Ad esempio, nel 2012 un errore di software all’interno di un sistema HFT causò, dopo perdite pari a mezzo miliardo di dollari, il tracollo di Knight Capital o quello che nello stesso anno condusse ad un comportamento anomalo del Dow Jones Industrial: infatti, a causa dell’alterazione di questi sistemi di trading automatizzato ad alta frequenza, l’indice statunitense passò nell’arco di pochi minuti da 10.650 punti a 9.872 punti per poi tornare a quota 10.232 punti.

Fonte immagine: investopedia

Autore: Guglielmo Strano, Asset Management, Strategy Junior Associate

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