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GAMESTOP O GAMESTONK?

Autori: Giulia Marangelli, Asset Management, Fund Manager

Simone Gao, Asset Management, Research Senior Associate


Nel solo mese di gennaio, le azioni di Game stop, società statunitense del settore retail, quotata al New York Stock Exchange (NYSE), che ha fatto della vendita di giochi nuovi ed usati il suo core business,hanno visto un rialzo del 429%, rally sorprendente considerando il duro colpo inferito ai conti della società dalla pandemia, che ha portato alla chiusura di all’incirca 200 punti vendita nel 2020.

La società, già in crisi da anni, ha dichiarato nel 2019 perdite per circa 795 milioni di dollari, situazione aggravata ulteriormente dalla pandemia, tanto che il suo titolo (GME) , parte dell’indice Nasdaq, risulta essere il secondo in tutta la borsa americana per numero di vendite allo scoperto, effettuate per speculare sulla perdita di valore del titolo.

Ma quindi, cos’ha fatto schizzare alle stelle il valore di Game stop a Wall Street ultimamente?

Sicuramente c’è stato lo zampino di alcuni investitori di successo, come Michael Burry, lo stesso che aveva predetto la crisi finanziaria del 2008, che le aveva acquistate nel 2019 creando euforia sul social network Reddit, social che ricopre una notevole importanza nella vicenda.

Infatti, in uno dei canali del programma r/wallstreedbets (WSB), gli utenti hanno iniziato a sostenere che le azioni di Gamestop potessero avere un grande potenziale nel medio periodo e, quando, dopo Burry, anche altri fondi di investimento hanno iniziato ad acquistare le sue azioni, il gruppo ha rincarato la propria dose di ottimismo sulle prospettive del titolo e la maggior parte di traders della piattaforma ha iniziato a comprare a loro volta azioni di Gamestop facendone lievitare il valore, sperando in uno short squeeze che poi si è verificato.

Per short squeeze si intende il rapido aumento del prezzo di un’azione dovuto per lo più a fattori tecnici del mercato piuttosto che a fondamentali sottostanti il titolo e solitamente si verifica quando vi è una bassa offerta ed un eccesso di domanda di un determinato titolo azionario ed è un fenomeno che forza i traders che hanno scommesso sul crollo di un titolo a comprare quantità ingenti di quel titolo stesso nel tentativo di coprire le perdite derivanti dall’ indesiderato aumento del prezzo.

Infatti, gli investitori che avevano venduto allo scoperto il titolo sperando di poter trarre profitti dal crollo del prezzo, si sono visti costretti ad acquistare azioni su azioni per cercare di limitare le perdite e questo ha causato un effetto domino che ha contribuito alla crescita esponenziale del valore dell’azione in borsa.

Lunedì 25 gennaio, sono state scambiate circa 175,5 milioni di azioni della società e, dopo aver toccato un massimo di 159,18 $ per azione, il titolo aveva chiuso con un rialzo del 18% a 76,74.

L’estrema volatilità del titolo aveva spinto Wall Street a sospendere ben 9 volte le sue negoziazioni, nonostante ciò il prezzo ha continuato a lievitare fino ad arrivare ad un picco di 371 $ per azione nella giornata di giovedì 28 gennaio.

La quantità di volume scambiato da Gamestop nell’ultima settimana è straordinario tanto quanto i profitti che i piccoli traders hanno realizzato dalla crescita esponenziale delle sue quotazioni. Nel giorno di martedì 22 gennaio, è stato contrattato il valore di 22 miliardi di azioni, più del valore giornaliero di Apple e la maggior parte di questo volume è dato da algoritmi e high frequency traders (HTF) che, rispettivamente:

1.Sono in grado di leggere, attraverso la quantità di domanda e offerta di un singolo titolo azionario, le condizioni di mercato, formulando piani strategici (in questo caso, la condizione di acquisto è stata il possibile short squeeze se si riusciva a raggiungere un prezzo abbastanza elevato);

2. Sono programmi che operano in millisecondi, funzionano particolarmente bene in mercati volatili e con alto prezzo azionario, se un investitore vuole acquistare a qualsiasi prezzo di mercato un’azione, supponiamo si tratti di Game stop e che il prezzo di mercato sia di 200$, gli HFT sono in grado di acquistare l’azione al prezzo di 200 e rivendertela subito a te al prezzo di 200.5$, per trarre profitto e questo è il motivo per il quale si sono osservati movimenti di 100% intraday, dato che migliaia di operazioni di questo genere provocano rialzi molto rapidi;

Seppure il fenomeno dello short squeeze abbia causato la lievitazione del prezzo delle azioni di Gamestop e l’abbia sicuramente allontanata al momento dall’orlo del fallimento, questa resta comunque una delle società che, a prescindere quest’ultima parentesi, presenta #short #float più elevati (138%) perciò occorre essere cauti e non farsi travolgere dall’ottimismo più totale quando si parla di prospettive future della società statunitense.

Per quantificare le perdite rilevate dagli short sellers, basti pensare al fatto che gli analisti finanziari di S3 Partners, hanno stimato una perdita di circa 23,6 miliardi di dollari, di cui 14,3 solo il giorno 27 gennaio, in cui l’azione è salita del 135%.

Una volta avvenuto lo short squeeze, Elon Musk, osservando la situazione, ha elogiato quanto accaduto e ciò ha contribuito ancor di più alla lievitazione della quotazione e se è vero che quanto accaduto ultimemente a Wall Street simboleggia un evento abbastanza insolito, è altrettanto vero che una frenata doveva per forza esserci: a pensarci è stata l’app Robin hood che regola questa tipologia di transazioni finanziarie e la società statunitense ha chiuso la sessione di mercato lo scorso venerdì con un prezzo per azione di 325$. Sicuramente quanto accadrà nei giorni successivi sarà oggetto di curiosità ed attenzione.

Si può dire che il boom di Game stop sia il classico esempio di come scommettere sul crollo di un titolo possa provocare reazioni totalmente impreviste e, soprattutto, su come la generazione Z, mediante la conoscenza profonda dei propri mezzi, possa arrivare a bruciare miliardi di dollari ai fondi di investimento.


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