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Fusioni e acquisizioni nel settore bancario: opportunità e necessità per superare la crisi finanziar

Aggiornamento: 14 mar 2021

Autore: Gianmarco Lo Manto, M&A Senior Associate


Il settore bancario italiano si sta avviando verso una fase di trasformazione generale, causata dalla nascita di nuovi processi digitali e di modelli di investimento “ESG”

(Environmental, Social e Corporate Governance) orientati verso la sostenibilità e sempre più ricercati dagli investitori finanziari.

In questo quadro, la pandemia da Covid-19 ha ulteriormente spinto i grandi istituti bancari verso un’accelerazione dei processi di consolidamento, già avviati negli ultimi 3 decenni al fine di contrastare la crisi finanziaria che ha colpito questo settore.

Nel 2021 sono meno di 100 gli istituti bancari che operano nel territorio italiano contro i 1000 che operavano all’inizio degli anni 90’ e questo trend mostra il processo di consolidamento che le banche hanno dovuto attuare per garantire stabilità e aumentare la propria redditività nel corso degli anni.

In uno scenario di mercato di lungo periodo, fortemente condizionato da tassi di interesse vicini allo 0, le banche devono affrontare molteplici problematiche legate alla redditività dell’attività caratteristica. Unire le forze si prospetta come la soluzione più efficace in un settore dove le dimensioni contano.

Nel 2020 abbiamo assistito a una delle più grandi acquisizioni nel settore bancario italiano ovvero l’acquisizione di “Ubi Banca” da parte di Intesa Sanpaolo, primo gruppo bancario italiano e terzo in Europa per capitalizzazione di mercato.

Inizialmente l’acquisizione era stata prevista attraverso un’offerta pubblica di scambio volontario con la quale gli azionisti di Ubi potevano scambiare 10 azioni proprie con 17 azioni di Intesa Sanpaolo ma il 17 Luglio per portar a termine l’operazione Intesa ha inserito un corrispettivo in denaro nell’offerta pubblica di 0,57€ per azione scambiata per evitare divisioni nell’azionariato di Ubi.

La trattativa di acquisizione si era sviluppata già prima della pandemia da Covid-19 e questo dimostra come il trend dei processi di consolidamento va verso un’unica direzione. Il ceo di Intesa San Paolo, Carlo Messina, ha ribadito come: “oggi è più che mai il momento delle grandi fusioni tra gli istituti di credito in modo che il “sistema Italia” possa tener testa alle grandi concentrazioni che sono in corso in tutta Europa. (Fonte: Sole 24 ore).

Tra le operazioni più recenti di M&A ricordiamo anche l’offerta pubblica di acquisto lanciata da Crédit Agricole sull’azionariato di Credito Valtellinese che prevede un corrispettivo interamente in denaro di 10,5€ per ogni azione della banca guidata da Luigi Lovaglio.

Negli ultimi mesi gli analisti di piazza affari hanno anche lanciato più di un’indiscrezione sulla probabile acquisizione di Monte dei Paschi di Siena da parte di Unicredit e si attendono conferme dopo l’approvazione dei conti in aprile e l’insediamento del nuovo amministratore delegato Andrea Orcel che subentrerà al posto di Jean Pierre Mustier.

Un’altra componente fondamentale di questo processo di trasformazione dell’assetto bancario italiano e europeo è sicuramente la posizione favorevole assunta dal regolatore (Banca Centrale Europea) nei meccanismi di fusione e acquisizione transfrontaliera per contrastare la crisi finanziaria.

Quali altre grandi operazioni di fusione e acquisizione nel settore bancario ci riserverà il 2021?


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