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Finanza comportamentale: l’investitore irrazionale.
La finanza comportamentale analizza quali siano le modalità di scelta delle persone in ambito finanziario. Essa parte dal presupposto che le scelte non siano sempre guidate dalla razionalità, come invece si sostiene con il modello di Homo Economicus, ma piuttosto l’uomo sarebbe guidato da istinti irrazionali e ingannato da alcuni Bias o “errori” della mente.
Questa disciplina è abbastanza recente ed è il frutto di due discipline distinte: la psicologia cognitiva e l’economia neoclassica. Ma già Adam Smith nei sui studi accennava all’esistenza di alcuni principi psicologici che influenzavano le decisioni delle persone. A partire dagli anni 60’ con l’affermarsi della psicologia cognitiva, che considerava il cervello come una macchina in grado di elaborare informazioni per prendere decisioni, economia e psicologia iniziarono ad integrare le conoscenze. Questo processo si realizzò con la pubblicazione di “Prospect theory: Decision Making Under Risk”, scritto da Kahneman e Tversky nel 1979.
Fu un importante punto di svolta in quanto l’economia forniva un quadro incompleto e poco verosimile di come le persone prendono decisioni. Nella realtà, vi sono fenomeni incontrollabili che non possono essere analizzati razionalmente, mentre la finanza comportamentale, grazie all’integrazione degli studi psicologia, specialmente in campo decisionale e in situazioni di stress, è in grado di analizzare le modalità di scelta irrazionali.
Ma cosa “mette in trappola” la mente di un buon investitore?
Vediamo ora i temi principali della finanza comportamentale e quindi alcuni degli inganni della nostra mente:
• Euristiche
Le euristiche sono un metodo di approccio alla soluzione dei problemi che non segue un chiaro percorso, ma che si affida all'intuito, all’esperienza e allo stato temporaneo delle circostanze. Esistono diversi tipi di euristiche ed utilizziamo tali scorciatoie della mente per semplificare dei problemi complessi, sebbene esse funzionino correttamente nella maggior parte delle circostanze quotidiane, in certi casi possono portare a errori. Le euristiche entrano in gioco a causa della così detta razionalità limitata. Tale concetto, o idea, suggerisce che durante il processo decisionale, la razionalità di un individuo è limitata da vari fattori: dalle informazioni che possiede, dai limiti cognitivi della sua mente, dalla quantità finita di tempo di cui dispone per prendere una decisione.
• Framing
Il modo in cui una data informazione viene “confezionata” e presentata influenza le scelte delle persone. Esistono diversi modelli che spiegano questo fenomeno, uno dei più famosi e accreditati è la Prospect Theory. Nella vita reale la decisione del soggetto è condizionata dal modo in cui gli si prospettano i possibili esiti delle alternative decisionali: guadagno o perdita. A dimostrazione di questo Kahneman e Tversky propongono l’“Asian Disease Framing Problem”, questo esperimento ha portato alla conclusione che le persone mostrano un’avversione al rischio quando le opzioni sono presentate in termini di guadagno, mentre manifestano una propensione al rischio quando le stesse opzioni sono presentate in termini di perdita. La perdita ha quindi un peso maggiore di un guadagno.
• Inefficienze di mercato
Può capitare che i mercati si muovano in modo irrazionale e soprattutto in modo inefficiente. Le motivazioni possono essere molte: dalle errate valutazioni dei prezzi alle anomalie sui ritorni degli investimenti, fino alla scoperta di processi decisionali non del tutto razionali. Tutte queste inefficienze in genere sono dettate da irregolarità del comportamento degli attori chiamati in causa, ma a livello di comunità e non di singolo, perché le decisioni individuali non possono avere un’influenza così ampia.
• L’eccesso di fiducia
In cui cadono più spesso gli investitori esperti colpevoli di riporre troppa fiducia nelle proprie capacità di previsione. L’eccesso di fiducia implica che gli individui sopravvalutino le proprie conoscenze o abilità. Gli investitori troppo fiduciosi difficilmente imparano dai propri errori in quanto non li vedono come un pregiudizio che influenza il loro processo decisionale. In altre parole sono ciechi ai propri fallimenti e, quindi, probabilmente ripeteranno i propri errori.
In sintesi la finanza comportamentale ha individuato diversi fattori che contribuiscono a rendere le scelte dei soggetti completamente irrazionali e i suoi studi cercano di spiegare i movimenti del mercato azionario esaminando le emozioni e il comportamento degli investitori cercando di mettere in luce soprattutto gli errori che gli investitori tendono a ripetere ogni volta che si presenta una situazione di choc sui mercati. La conoscenza di come e perché si commettono tali errori attraverso una certa comprensione della finanza comportamentale ci consente di prevenirli in futuro evitando le cosiddette “trappole della mente”.
Autore: Ludovica Alberani, Head of HR&Communication