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Domanda di petrolio, previsioni della IEA TOPIC: OIL&GAS

Autore: Giulia Marangelli, Asset Management, Fund Manager


‘’Demand is clearly going to be lower for longer than expected’’ queste le parole della IEA (International Energy Agency) che, nel suo report mensile di analisi sul settore energetico, ha evidenziato che nel 2021, la domanda di petrolio si riprenderà molto più lentamente dallo shock subito dall’inizio della pandemia, di quanto previsto qualche mese fa. In particolare, a metà dicembre, la IEA ha corretto al ribasso le stime della domanda di greggio con una diminuzione pari a 50.000 barili per l’anno in corso e 170.000 barili al giorno per il 2021.

Le cause di questa previsione vanno cercate nei lenti tempi di ripresa in particolare per settore aerospace, dalle perdite subite da marzo in poi del 2020.

L’IEA ha giustificato la propria posizione pessimistica riguardo alla domanda di greggio del prossimo anno, con riferimento all’intenzione da parte dei governi di mantenere la chiusura delle frontiere e restrizioni di viaggio fino a quando il vaccino per combattere il Covid19 sarà ampiamente disponibile a qualsiasi fascia della popolazione, e questo sicuramente andrà ad influire sugli spostamenti, con particolari effetti negativi sul settore aerospaziale.

A livello geografico, la responsabilità del rallentamento è imputabile soprattutto all’ Europa, infatti le proiezioni, che sono state elaborate dall’agenzia con sede a Parigi, tengono conto del fatto che nel Vecchio Continente nel quarto trimestre si sia verificata una domanda di petrolio molto più bassa rispetto a quella del terzo trimestre del 2020, a causa delle misure restrittive decise dai vari governi, in particolare quello tedesco, per fronteggiare la nuova avanzata del Covid19.

Inoltre, c’è da considerare che, quando si tornerà ad avere una maggiore flessibilità negli spostamenti, notevole sarà l’influenza dall’impatto finanziario che la pandemia ha avuto sulla ricchezza che verrà avvertita, fattore che contribuirà ad un calo della domanda nello stesso settore di trasporto aereo, mentre resteranno grossomodo invariati rispetto a prima i viaggi per business, considerando che, in questo critico momento storico, le aziende sono portate a mantenere, a maggior ragione, uno stretto controllo sui costi.

Un segnale importante si era ravvisato all’inizio del mese di dicembre, in cui il prezzo del petrolio era tornato al di sopra dei $50 dollari al barile per la prima volta da prima del lockdown di marzo. Il rimbalzo del prezzo è stato sicuramente alimentato dall’ondata di ottimismo che le notizie sulla diffusione del vaccino anti Covid19 aveva profuso, in quanto sconfiggere la pandemia in atto potrebbe sicuramente essere simbolo di una ripresa economica e, nel contesto dell’ Oil&Gas, un ritorno ad un’elevata domanda di petrolio.

Gli analisti nella loro analisi, confermano che dietro la crescita del valore del petrolio c’è sicuramente l’euforia per l’avvio dei programmi di vaccinazione in molti paesi, ma dovranno passare ancora mesi prima di raggiungere una ‘’massa critica e considerevole di persone vaccinate economicamente attive’’. Solo nel momento in cui ciò avverrà sarà possibile un’inversione del trend con conseguente ripresa della domanda di petrolio.


Fonti: Financial Times; borsainside


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