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Calcio e Covid, performance e soluzioni finanziarie in atto TOPIC: SPORT

Autore: Giulia Marangelli, Asset Management, Fund Manager


’Oltre un miliardo di euro in meno di ricavi operativi per 20 tra le principali squadre di calcio europee nella stagione 2019-2020’’.

Questo il dato più notevole del rapporto di KPMG Football benchmark che analizza i risultati economico-finanziari delle squadre vincitrici e non, protagoniste dei sei campionati europei di calcio più importanti.

L’inevitabile lunga interruzione che i club hanno subito durante la scorsa stagione, oltre che fattori come la ripresa delle competizioni con assenza del pubblico, ha portato ad una diminuzione del 13% dei ricavi complessivi netti rispetto a quelli della stagione 2018-2019, con un calo medio di 28,5 milioni di euro.

Dal rapporto emergono anche differenze nella performance finanziaria dei singoli club, che vanno da perdite massicce a una lieve crescita dei ricavi in alcuni casi.

Dall’interpretazione dei dati forniti dal management delle singole società calcistiche, emergono informazioni negative anche per i top club che hanno concluso la scorsa stagione sollevando dei trofei.

E’ il BayernMonaco, vincitore sia del titolo nazionale della Bundesliga che della scorsa edizione della UEFA Champions League ad essere la squadra campione con il miglior risultato (5,9 milioni di utile netto) e con la miglior diminuzione dei ricavi (-3%).

In Spagna, il Real Madrid, vincitore della scorsa edizione della Liga spagnola, ha registrato una diminuzione dell’8% dei ricavi rispetto alla stagione precedente, conseguendo un utile di 681,2 milioni, utile inferiore a quello conseguito dal Barcellona (708 milioni).

Il PSG, vincitore del campionato francese, ha il peggior risultato tra i campioni: una perdita netta di 125,8 milioni.

In # Italia, la Juventus, vincitrice della scorsa edizione del campionato, nonostante venisse da 9 anni consecutivi di vittorie in SerieA , ha subito un calo dei ricavi operativi del 13% ed ha più che raddoppiato la perdita netta di 50 milioni rispetto all’anno precedente, registrando risultato negativo pari a 87,9 milioni.

In Portogallo, il Porto è stata la squadra con il maggior calo percentuale rispetto all’anno precedente, con una riduzione dell’utile di 89 milioni di euro, la metà di quanto registrato nella stagione precedente (-50%), principalmente per l’uscita anticipata nella fase a gironi della Champions League che ha significato la rinuncia a ricavi di un certo spessore derivanti dalla massima competizione europea.

Tra le prime dieci squadre con la più elevata riduzione dell’utile nell’anno della pandemia ci sono ben quattro italiane con quest’ordine:

1) Roma (4a), 91,5 milioni di euro

2) Inter (6a), 73,5 milioni di euro

3) Juventus (8a), 62,2 milioni di euro

4) Milan (10a), 51,1 milioni di euro

Questa situazione di emergenza generale ha avuto senz’altro delle ripercussioni anche sul calcio mercato, totalmente mandato in recessione dalla pandemia: dopo la recente conclusione della sessione invernale di mercato, infatti, si può dire che gli affari derivanti da quest’ultimo, abbiano registrato un calo del 23%.

Inoltre, la nuova edizione del rapporto Global Transfer Market pubblicato dalla Fifa, nel 2020 si sono registrati sulla ‘’borsa’’ del football 17077 trasferimenti internazionali di calciatori professionisti, con un calo del 5,4% rispetto al 2019 ed il più considerevole decremento a partire dal 2010. Ancora più rilevante è il valore economico dei trasferimenti: i club hanno speso 1,7 miliardi di dollari in meno rispetto al 2019 e la fetta maggiore di affari riguarda i calciatori ingaggiati a parametro zero (62,5%) e per ciò che concerne la tipologia di trasferimenti, è cresciuta durante il 2020 la percentuale dei prestiti (16,2%) e calata inevitabilmente quella dei trasferimenti a titolo definitivo (11,6%).

L’analisi fornita da KPMG include anche i club che hanno aumentato i propri ricavi operativi, tra cui c’è anche l’italiana HellasVerona che ha registrato una crescita di 1,5 milioni rispetto alla stagione 2018/19, con un incremento del 4,2%.

Per migliorare la situazione generale del business del calcio, sono state diverse le proposte dei fondi di Private Equity, in particolare in Italia, i club della Serie A hanno approvato all’unanimità l’offerta da 1,7 miliardi di euro presentata dal gruppo di Private Equity composto da CVC, Advent e FSI in cambio dell’ottenimento di una parte di diritti televisivi, nello specifico l’obiettivo è prendere il 10% della media company che gestirà i diritti commerciali del nostro calcio.

L’obiettivo della media company è di far crescere del 45% i ricavi della Serie A per farli arrivare ad oltre 2 miliardi entro il 2029. La strategia dovrebbe far crescere il valore dei diritti nazionali da 995 milioni a quasi 1,6 miliardi e dei diritti internazionali da 340 a 589 milioni e ne trarrebbero giovamento sia i club che i fondi che incasserebbero ogni anno 5 milioni oltre al 10% del free cash flow (FCF) fino ad arrivare a 173 milioni nel 2029, come da accordo.

Il deal, inoltre, prevede per i club della Lega Serie A un ulteriore compenso, a patto che l’ebitda della media company superi 1,33 miliardi e, in base al piano industriale iniziale, ciò dovrebbe avvenire nel 2026.


Fonti: Il Sole 24 Ore, Calcio e Finanza, Milano Finanza



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