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ASPI-CDP verso una nuova proroga
Autore: Roberto Cicchinè, M&A Junior Associate
Dopo l’accordo raggiunto col governo il 15 luglio scorso, Atlantia e la sua controllata Aspi si erano impegnate a garantire l’immediato passaggio del controllo di ASPI a un soggetto a partecipazione statale (Cassa Depositi e Prestiti) in vista della realizzazione di un rilevantissimo piano di manutenzione e investimenti contenuto nella stessa proposta. Il comunicato del Consiglio dei ministri indicava la “sottoscrizione di un aumento di capitale riservato da parte di CDP” come la strada maestra da seguire per la definizione di un accordo. Tuttavia, nel mese di ottobre Atlantia ha cercato sempre più di forzare la mano per venire pagata a fronte della cessione diretta dell’88,06% di Autostrade per l’Italia (Aspi) a CDP e investitori di suo gradimento. L’intento di andare all’incasso è stato poi reso noto con la diffusione del comunicato stampa del 13 ottobre con il quale la Holding confermava la disponibilità a valutare un eventuale proposta di Cdp unitamente ad altri investitori in relazione all’acquisto dell’integrale pacchetto azionario della controllata Autostrade per l’Italia. Le successive offerte preliminari di acquisto pervenute dalla cordata CDP Equity, The Blackstone Group International e Macquarie Infrastructure sono state valutate non idonee ad assicurare l’adeguata valorizzazione di mercato della partecipazione. Il Cda di Atlantia ha comunque deliberato di voler proseguire il dialogo con Cdp e gli altri co-investitori per agevolare la presentazione di una nuova offerta vincolante al più tardi entro il 30 Novembre. Tale scadenza difficilmente sarà rispettata e con tutta probabilità si andrà verso una nuova proroga. A costringere di fatto allo slittamento sarebbe il nodo dell’approvazione del Piano Economico Finanziario di Aspi ancora oggetto di approfondimenti da parte del MIT a seguito dei rilievi formulati dall’Autorità di Regolazione dei transporti (Art). Senza la definizione del Pef fissare un prezzo per ASPI è di fatto impossibile e ciò al netto di tutte le altre questioni aperte sul fronte giudiziario (azioni legali disposte a seguito del crollo del ponte Morandi) che potrebbero incidere sulla valutazione del valore dell’asset. La sensazione è che se Atlantia vuole continuare il dialogo con Cdp dovrà per forza spostare in avanti la scadenza del 30 Novembre.